Swami Sivananda
Nato alla fine dell'ottocento (1887-1963), frequentò la scuola e praticò il mestiere di medico per oltre dieci anni, finchè decise di abbandonare la Malesia e viaggiare fino a Rishikesh. Uomo di cultura e appassionato del suo lavoro, dedicava molto tempo anche alla lettura dei grandi testi filosofici e religiosi, i quali lo convinsero a raggiungere colui che diventerà il suo maestro, in India.
Lasciò tutto ciò che aveva costruito per andare a vivere in ashram, studiando e praticando yoga ogni giorno. Nonostante la gente del paese continuasse a cercarlo come figura di medico professionista quale era, smise di prescrivere medicinali con la convinzione di poter aiutare anche senza chimica, e fu così che, dopo i suoi colloqui, le asanas presero il posto dei farmaci.
Fu proprio Swami ("maestro") Sivananda a portare lo yoga tra la gente comune, in quanto prima di allora era concesso solo ai monaci ed ai figli dei sacerdoti. Nel 1932 fu anche il primo ad accettare le donne nel ashram, che fondò personalmete e tutt'ora attivo.
I principi del suo insegnamento
Secondo Swami Sivanada, la salute è il risultato di una mente ed un corpo stabili, in equilibrio, e si ottiene mediante la costanza nel seguire i suoi cinque principi, che sono alla base di una buona pratica di yoga:
ESERCIZIO FISICO CORRETTO
RESPIRAZIONE CORRETTA
DIETA CORRETTA
RILASSAMENTO CORRETTO
MEDITAZIONE CORRETTA
Nel primo punto, l'esercizio fisico corretto, indica la pratica costante delle asanas ("Serie Rishikesh") cioè le posizioni tipiche dello yoga con le quali si mantiene il corpo giovane e flessibile; la respirazione, invece, ha un impatto enorme sulla nostra salute se eseguita efficacemente, ossia mediante l'attivazione del sistema nervoso parasimpatico; quando parla invece di dieta equilibrata, il Maestro vuole dire che è importante conoscere tutto ciò che assorbiamo, quindi diventa di estrema importanza conoscere cosa mangiamo, la sua provenienza, come lo mangiamo, quanto e perchè (più che l'ossessione per la bilancia o per le calorie). La giusta meditazione, invece, è quella in cui poniamo davvero la concentrazione nel nostro tempio interiore per conoscere la "verità".
Ho deciso di lasciare per ultimo il quarto punto non per importanza, bensì per poterlo approfondire maggiormente.
Sono certa che, di fronte a questo argomento (il rilassamento corretto) tanti hanno pensato che si rilassano leggendo un libro o guardando la tv. Anche io sono stata convinta per molto tempo di rilassarmi semplicemente facendo una cosa che mi piace e mediante la quale non penso ad altro: cucinare, ad esempio, è uno dei diversivi che amo di più. Ma il punto è un altro: passando da lavorare, studiare, a leggere, disegnare, guardare un film o qualsiasi altra attività che vi venga in mente, stiamo semplicemente passando da un attività all’altra, magari meno intensa, ma non lasciamo il tempo al cervello di rigenerarsi davvero e al corpo di riposare sul serio.
Ecco invece che, in una sessione di Hatha yoga, il sistema nervoso si prende davvero una tregua:
passa dallo stato di allerta e di stress prodotto dalla vita moderna sempre più frenetica e ansiogena (attivazione dal sistema simpatico) al rallentamento generale delle attività corporee, come la frequenza cardiaca, il metabolismo e il ritmo del respiro, favorendo il riposo, il recupero ed il rilassamento (attivazione del sistema parasimpatico). Infatti, purtroppo anche senza rendercene conto, viviamo costantemente sotto stress e conviviamo con reazioni fisiche come accelerazione del battito cardiaco, aumentata tensione muscolare, dilatazione delle pupille, accompagnate dalla produzione di ormoni “attivanti” come l’adrenalina, le quali, però, non trovando un effettivo “sfogo” a livello motorio e causano il più delle volte effetti negativi come contrazioni muscolari e tensione nervosa.
Il maestro e medico Sivananda riteneva che un breve “stop” che favorisse il rilassamento muscolare e la riduzione della tensione fosse di vitale importanza per stare bene e riequilibrare il sistema nervoso autonomo e che fosse possibile raggiungere la totalità di questi risultati in shavasana, la posizione del cadavere tutt'ora prevista alla fine di ogni lezioni di Hatha Yoga.
Una lezione in sintesi
Una lezione di Sivananda Yoga inizia con una breve meditazione e gli esercizi di respirazione. Si prosegue nel cuore della pratica con la sequenza di asana ed infine si conclude con il rilassamento profondo in shavasana.
Benefici
I benefici della pratica di yoga che segue lo schema del Maestro sono molteplici. Infatti il metodo di Sivananda prevede una sequenza di base, composta da dodici asana, pensate per migliorare il benessere di corpo e mente, partendo dal bilanciamento dei chakra. Queste asana vengono modificate o sostiutite con tante altre più difficili solo quando la persona è pronta a farlo e se il suo corpo glielo consente, fisicamente e mentalmente. Iniziando dunque dalla stimolazione, attraverso le asana, del chakra più in alto fino al più basso, seguendo la direzione della forza di gravità, si ottiene una vera e propria purificazione di essi, l'incremento del funzionamento degli organi interni e la conseguente detossificazione del corpo.
Tra gli altri vantaggi si nota che:
il sistema cardiovascolare migliora, insieme alla pressione arteriosa, e migliorano i problemi digestivi;
anche il sistema respiratorio trae giovamento da questa pratica. In ogni sessione infatti non possono mancare esercizi di pranayama, noti per i loro effetto positivi sulla mente ma anche per il controllo e regolarizzazione del respiro stesso;
la qualità del sonno migliora e quindi anche concentrazione ed attenzione aumentano;
è benefico anche per chi soffre di mal di schiena e problemi posturali, i quali notano un netto miglioramento già dopo le prime pratiche
durante le posizioni passive, specialmente nel finale, le tensioni muscolari si allentano e la mente si calma raggiungendo il rilassamento profondo. Ne derivano quindi riduzione dello stress, dell'ansia e della depressione con notevole miglioramento anche dell'umore.